13 ottobre 2006


Caro nonno so che stai passando mementi difficili e ciò mi amareggia, anche se mi amareggia più il fatto di non poterti stare accanto.
E' vero che negli ultimi anni il nostro è stato un rapporto telefonico, o al massimo ci siamo visti solo nelle feste comandate, ma io non potrò mai dimenticare i momenti della mia infanzia trascorsi con te e con mia nonna a casa vostra.
Mai potrò scordare le scampagnate nei boschi tra il Piemonte e la Valle d'Aosta per cercare i funghi, i bagni nel fiume chiusella con mio cugino che a 14 anni provava a guidare la tua mitica 127 verde, che dopo l'insuperabile TD di mio padre sono le due auto che mi sono rimaste nel cuore; e in particolar modo le serate passate tra allegria e disperazione nella moquette del tuo salotto a guardare le partite dei mondiali di Italia '90.
Mentre scrivo un sorriso mi si stampa sulla faccio, uno di quei sorrisi da film, quei sorrisi che gli attori fanno quando ripensano a delle scene del passato.
In particolar modo mentre penso alla tua faccia dura provata dalla vita e dalle malattie, le malattie che in questo momento ti stanno portando via da me, quelle malattie che dopo che sono passate non ti permetto di fare una telefonata per sapere come stai, in quanto quando finiscono loro finsce anche la tua permanenza in questo porto chiamato vita.
Sappi che rimarrai sempre nel mio cuore come tutti gli altri miei nonni che mi hanno lascito qui a combattere e vivere le mie battaglie quotidiane. Da voi ho imparato molto della vita, anche se non semre non avevamo idee comcordi, se non del tutto contrastanti. E spesso la notte quando penso a te mi viene in mente quando mi hai salutato nella soglia di casa tua e mi hai detto 'Ciao "Che"' con aria schietta e soddisfatta, anche se ho sempra saputo che le tue idee politiche sono sempre state dell'altra parte; quel saluto l'ho preso come un complimento, non tanto, perché mi hai chiamato in quel modo, ma per il modo come l' hai detto e con lo sguardo con cui mi hai guardato; il quel frangente mi hai fatto capire che eri un po' fiero ed orgoglioso di tuo nipote anche se sta a centinaia di chilometri da te.
Spero che questo momento brutto della tua vita passi velocemente e ti scivoli addosso senza portarti via da me, così magari tra un mese potrò telefonarti e chiederti come stai invece di andare a salutare una sterile foto in una cupa lapide di marmo bianco.


P.S.
Mi scuso se negli scorsi giorni non ho scritto niente, ma come penso abbiate capito, ho avuto dei problemini in famiglia, spero che si risolvano al più presto...
Ciao a tutti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

>...resistere resistere resistere
Ciao Banduzzo

Anonimo ha detto...

bello....